Circolari del Ministero della Salute, definizione e classificazione del tatuaggio, dermopigmentazione, schede informative, rischi e sicurezza, codice etico.
Linee guida del Ministero della Sanità per l’esecuzione di procedure di tatuaggio e piercing in condizioni di sicurezza.
Principali norme igienico-sanitarie.
Per i tatuaggi è obbligatorio che gli spazi in cui si opera siano distinti dalle sale di attesa e da quelli destinati alla pulizia e alla sterilizzazione del materiale.
L’operatore, prima di procedere, è tenuto a chiedere se l’utente sia affetto da eventuali patologie (diabete, difetti di coagulazione o di cicatrizzazione, positività per HBV, HCV, HIV, allergie a pigmenti o a metalli, etc.) o sia portatore di
stimolatori cardiaci, in quanto le apparecchiature elettriche adoperate per tatuare potrebbero interferire
con il funzionamento dello stimolatore.
Inoltre, l’operatore deve fornire la scheda informativa corredata di informazione al cliente (Allegato 1) e acquisire il consenso informato opportunamente sottoscritto. Per i minori di 18 anni occorre il consenso da parte del genitore o del tutore
Il rilascio della fattura per la prestazione effettuata (con specifica indicazione della sede di applicazione) quale obbligo di legge da parte dell’esercente e diritto per l’utente, diventa strumento fondamentale in caso di eventuali controversie.
L’operatore deve lavarsi le mani con acqua e sapone neutro all’inizio e al termine di ogni singola pratica, indossare guanti monouso sterili, camice, maschere protettive e accertare che la pelle sulla quale si interverrà sia integra.
Il tempo di cicatrizzazione (circa due settimane) varia a seconda del disegno e della zona interessata.
I prodotti per tatuaggi e trucco permanente devono essere sterili e confezionati in contenitori preferibilmente monodose, al fine di garantirne la sterilità fino al momento dell’applicazione.
L’esecuzione dei tatuaggi in forma ambulante (ad es. in spiaggia), anche di tipo non permanente, è vietata.
Il tatuaggio consiste nella colorazione permanente di parti del corpo, sia attraverso l’introduzione o la penetrazione sottocutanea e intradermica di pigmenti di diverso colore mediante aghi o taglienti vari.
Tipologie di tatuaggio
I tatuaggi possono essere divisi in diverse tipologie in base al tipo di operatore e tecniche di esecuzione, durata, finalità, stile.
Classificazione in base alla tecnica e alla durata, differenziando il tatuaggio in senso proprio (permanente) dagli altri (temporanei):
è la forma normalmente conosciuta e più diffusa ed è indelebile e permanente. È eseguito comunemente con una macchinetta elettrica ad aghi, o con un dermografo.
è temporaneo e si realizza applicando un impasto con henné naturale sulla pelle. Non può considerarsi un vero e proprio tatuaggio, in quanto il disegno è dipinto applicando il pigmento sulla superficie della pelle anziché introdurlo in profondità nella pelle ed è destinato a svanire con il turnover epidermico.
Possiamo poi classificare i tatuaggi ad ago, in funzione della finalità e della diffusione:
il più diffuso, ha la finalità di decorare il corpo e può essere monocromatico o policromatico (nel DERMA RETICOLARE);
ha lo scopo di migliorare o abbellire i lineamenti del viso o l’immagine estetica. Tra i termini, utilizzati come sinonimi che rientrano in tale tipologia, troviamo: dermopigmentazione, micropigmentazione, trucco semipermanente, disegno epidermico o camouflage. È caratterizzato da una minore profondità di penetrazione degli aghi (nel DERMA PAPILLARE), rispetto al tatuaggio artistico e da inchiostri specifici. Esempi di applicazioni sono il tatuaggio della palpebra (blefaropigmentazione), dell’arcata sopraccigliare e del contorno delle labbra;
utilizzato per coprire condizioni patologiche della cute e restituire alla pelle un aspetto sano, oppure come complemento a interventi di chirurgia ricostruttiva come per esempio nelle ricostruzioni mammarie per definire o simulare il complesso dell’areola e del capezzolo. È caratterizzato anch’esso da una minore profondità di penetrazione degli aghi (nel DERMA PAPILLARE), rispetto al tatuaggio artistico, e da pigmenti selezionati;
anche questo non può considerarsi un tatuaggio vero e proprio, in quanto non è intenzionale ed è riconducibile alle conseguenze di un trauma o di un incidente durante il quale alcune sostanze pigmentate sono rimaste intrappolate sotto la pelle, dando luogo a piccole macchie o linee di colore bluastro o nero, indelebili.
Nel tatuaggio artistico (body tattoo) vengono inoculati pigmenti permanenti nel derma reticolare studiati per durare nel tempo per fini ornamentali.
La dermopigmentazione, sia estetica che correttiva, è una tecnica di tatuaggio che prevede, invece, l’inoculazione di pigmenti bio-riassorbibili nel derma papillare attraverso aghi non cavi per fini estetici e correttivi (para-medicali) per il ripristino della bellezza e dell’immagine più in generale.
Il dermopigmentista utilizza pigmenti non permanenti, studiati per essere riassorbiti mediante fagocitosi con una durata di 1-3 anni, consentendo cambiamenti di forma o colore nel tempo.
I pigmenti di colore vengono depositati nel derma superficiale attraverso l’utilizzo del dermografo (scrivere nel derma), un dispositivo elettromeccanico appositamente creato per eseguire interventi di dermopigmentazione.
Rispetto alla macchinetta da tatuaggio tradizionale, il dermografo è uno strumento più delicato e soprattutto gli aghi sottili (sterili e monouso) garantiscono un intervento più preciso e meno traumatico, specie sulla pelle del viso.
Il dermopigmentista è un professionistra con abilitazione alle tecniche del tatuaggio e della dermopigmentazione per fini estetici e correttivi.
Esegue i trattamenti e le relative procedure rispettando le norme igienico sanitarie e di sicurezza vigenti in materia di tatuaggio per garantire la salute dei consumatori.
La pratica del tatuaggio è per sua natura invasiva perché consiste nella realizzazione di un segno o di un disegno permanente sulla pelle (il tatuaggio) mediante l’iniezione di inchiostri, costituiti da pigmenti e altri ingredienti ausiliari, nel derma, lo strato più profondo della pelle.
Decidere consapevolmente di tatuarsi significa sapere che se la strumentazione non è stata pulita e sterilizzata e se gli aghi non sono sterili, il pericolo di infezioni cutanee o infezioni dovute a patogeni a trasmissione ematica è molto elevato. Inoltre gli inchiostri, in particolare quelli acquistati attraverso rivenditori non ufficiali, possono contenere sostanze non ammesse (come alcune ammine aromatiche, idrocarburi policiclici aromatici, Ipa, o alcuni metalli come il piombo) e avere effetti tossici sulla persona.
Per questi motivi, quando si decide di sottoporsi a un tatuaggio affinché venga fatto in condizioni di sicurezza è importante, da una parte che il tatuatore sia autorizzato, rispetti le principali norme igienico-sanitarie e acquisti i prodotti e gli strumenti da rivenditori ufficiali e dall’altra che l’utente sia a conoscenza dei possibili rischi e delle principali situazioni in cui è addirittura sconsigliato farlo.
Prima di farsi fare un tatuaggio è fondamentale seguire alcune indicazioni:
Inoltre è necessario verificare che:
Controindicazioni e situazioni in cui tatuarsi è sconsigliato:
In determinate situazioni sottoporsi a un tatuaggio può essere controindicato o sconsigliato. Tra queste:
Il tatuaggio va evitato in caso di:
Inoltre, vi sono parti del corpo in cui è sconsigliato tatuarsi:
Quali caratteristiche deve avere l’attrezzatura per tatuaggi
Quando si decide di fare un tatuaggio è di fondamentale importanza rivolgersi a un tatuatore qualificato, in possesso dell’attestato di frequenza di uno specifico Corso di formazione regionale e che operi nel rispetto dei requisiti igienico-sanitari previsti dalle Linee guida del ministero della Sanità per l’esecuzione di procedure di tatuaggio e piercing in condizioni di sicurezza (Circolari del ministero della Sanità n. 2.9/156 del 5.02.1998 e n. 2.8/633 del 16.07.1998). L’attrezzatura per eseguire tatuaggi comprende:
Questo è quanto dovrebbe prevedere al suo interno un esercizio autorizzato per l’attività di tatuatore, il quale deve inoltre indossare: guanti, camice e maschera protettiva monouso. Va da sé che gli inchiostri utilizzati devono essere sterili e atossici in base alla Risoluzione europea del 20 febbraio 2008 adottata anche dal Ministero della Salute italiano e/o dai pertinenti Regolamenti europei in materia di sostanze chimiche e cosmetici. La macchina per tatuaggi (il dermografo o il dispositivo elettrico per tatuaggi) deve rispondere ai requisiti previsti di legge e possedere il marchio CE.
Data di ultimo aggiornamento: 19 settembre 2024
Autori: Antonia Pirrera e Alberto Renzoni – Centro nazionale Tecnologie innovative in Sanità Pubblica, Iss.
L’utente deve essere informato in merito ai potenziali rischi per la salute derivanti dall’applicazione di tatuaggi o di piercing. Molti di questi rischi sono dovuti a pratiche scorrette.
Rischi dovuti all’applicazione di un tatuaggio o di un piercing:
Sono causate da microrganismi normalmente presenti sulla cute che, tramite le lesioni prodotte sulla stessa,
trovano una facile via di ingresso; possono essere pertanto provocate da:
Le infezioni possono essere:
L’uso di sostanze, quali colori o metalli, può provocare una sensibilizzazione allergica alla sostanza introdotta.
Si possono verificare effetti a breve o a lungo termine. Se si è già sensibilizzati verso la sostanza impiegata, si può manifestare una reazione già durante l’applicazione del tatuaggio o del piercing; in tal caso, la procedura deve essere immediatamente interrotta. In caso di difficoltà respiratoria o eccessiva sudorazione, è necessario ricorrere ai servizi di emergenza sanitaria.
Sono state segnalate reazioni infiammatorie sia a carico della cute sia a carico delle terminazioni nervose.
L’asportazione di un tatuaggio o piercing spesso comporta cicatrici permanenti.
A donne in gravidanza è sconsigliato sottoporsi a tatuaggio o piercing.
Qualsiasi reazione indesiderata conseguente al tatuaggio o piercing, deve essere segnalata a personale medico.
La rimozione di un tatuaggio è finalizzata all’eliminazione, attraverso varie tecniche o metodiche, del pigmento introdotto in modo permanente durante la sua realizzazione.
Nel tempo sono state studiate diverse tecniche per la rimozione dei tatuaggi, ciascuna delle quali comporta vantaggi e svantaggi, in termini di efficacia, costi e possibili complicazioni, e sono riconducibili ad alcune grandi categorie: metodi meccanico/chirurgici, metodi a energia termica/luminosa, metodi chimici.
Data di ultimo aggiornamento: 19 settembre 2024
Autori: Alberto Renzoni e Antonia Pirrera – Centro nazionale Tecnologie innovative in Sanità Pubblica, ISS.
Riferimenti
Renzoni A, Pirrera A, Novello F et al. “The tattooed population in Italy: a national survey on demography, characteristics and perception of health risks” (pdf 256 kb). Ann Ist Super Sanità 2018 Vol. 54, No. 2: 126-136
Renzoni A, Pirrera A, Novello F. “Tatuaggi e piercing: istruzioni per l’uso”. In Dispense per la scuola 14/1 “La salute nell’astuccio”. ISS, 15/10/2012
La rimozione di un tatuaggio comporta l’eliminazione, attraverso tecniche chimico-fisiche e/o chirurgiche, del pigmento introdotto in modo permanente durante la sua realizzazione.
È importante sapere che la rimozione del tatuaggio è un atto medico. Solamente il medico può eseguire questo trattamento che è considerato, in alcuni casi, invasivo e in ogni caso non privo di rischi.
I fattori che influiscono sulla rimozione sono riconducibili a: dimensioni, profondità e sede del tatuaggio; caratteristiche del tatuaggio, numero di interventi e costi di rimozione; epoca del tatuaggio. Sulla base di questi fattori la rimozione si può realizzare con vari metodi.
In passato la rimozione era realizzata attraverso l’uso di metodi meccanici oppure con prodotti chimici o tramite asportazione chirurgica.
Tra i metodi meccanici vi sono:
Mentre tra i metodi chirurgici vi sono:
I metodi chimici si basano sull’impiego di sostanze e preparati chimici con implicazioni di differente rilevanza sanitaria. Le sostanze utilizzate in passato (nitrato d’argento, acido tannico, fenolo, ecc) causavano profonde cicatrici.
Oggi si ricorre soprattutto all’acido tricloroacetico sulla cute che interagisce con gli strati cellulari più profondi dell’epidermide fino ad arrivare ai pigmenti posti nel derma. Se si opta per un peeling chimico profondo, è importante sapere che ciò può creare necrosi e infiammazione dell’epidermide, del derma papillare e del derma reticolare. La rimozione del tatuaggio realizzata con metodi chimici è attualmente poco praticata a causa dell’elevata probabilità di effetti indesiderati. La rimozione chimica del tatuaggio deve essere eseguita da personale medico, nei casi in cui non è possibile impiegare altri metodi.
Attualmente, in assenza di reazioni allergiche, il metodo di rimozione maggiormente impiegato è il laser.
Negli ultimi decenni tramite la tecnologia laser e, in particolare, tramite lo sviluppo e l’impiego dei laser Q-Switched, progettati tenendo conto della teoria della “Fotoermolisi selettiva”, è possibile eliminare i tatuaggi in modo sicuro ed efficace senza gli effetti indesiderati delle metodiche prima illustrate.
La corrispondente termofotolisi indotta dalla lunghezza d’onda (λ) consente il targeting selettivo dei coloranti senza distruggere la pelle.
I tre tipi di laser preferiti sono le versioni Q-switch del laser ruby (λ=694 nm; efficace contro il nero, blu e verde), del laser Nd: YAG (λ=1064 nm e 532 nm; efficace contro il nero e il buio blu o rosso arancione e alcuni gialli) e del laser alessandrite (λ=755 nm; efficace contro il nero, il blu e il verde).
In genere occorrono da quattro a dieci sedute per eliminare un tatuaggio. In alcuni casi, la rimozione completa non viene mai raggiunta (in particolare per i tatuaggi multicolori), spesso a causa da pigmenti inorganici come ferro, zinco e ossidi di titanio, oppure a volte per eliminare completamente un tatuaggio multicolore può occorrere più di un sistema laser. I tatuaggi eseguiti da tatuatori professionisti in genere sono più difficili da rimuovere a causa della profondità di deposizione e della concentrazione dei pigmenti.
I laser sfruttano energia luminosa con lunghezze d’onda variabili. Il colore viene frammentato e quindi eliminato dal sistema immunitario. Recentemente sono stati messi a punto Laser con impulsi ancora più brevi e cioè dell’ordine dei picosecondi (un picosecondo corrisponde alla millesima parte di un nanosecondo). Questi laser di ultima generazione si sono dimostrati ancora più efficaci nel rimuovere selettivamente i diversi tatuaggi, in particolare i tatuaggi color pastello e i tatuaggi già trattati con i laser a nanosecondi ma non completamente schiariti, poiché in questi casi i granuli di pigmento risultano essere più piccoli e quindi un impulso più breve risulta essere più efficace.
La rimozione del tatuaggio non può essere effettuata dal tatuatore, ma presso strutture sanitarie da personale medico.
Infatti, molte di queste tecniche possono presentare complicanze ed effetti indesiderati di rilevanza sanitaria come: alterazioni della pigmentazione, la formazione di croste e vescicole, l’eritema transitorio o il sanguinamento dei piccoli vasi sanguigni e dei capillari causati dai picchi energetici del laser.
Nei trattamenti di rimozione con il laser, tra i disordini della pigmentazione, l’ipopigmentazione rappresenta la complicazione più frequente; a seguire l’iperpigmentazione. Altro possibile effetto collaterale è il viraggio permanente del tatuaggio, in un colore solitamente più scuro.
Inoltre, la rimozione del tatuaggio può dare luogo a reazioni di ipersensibilità. Non è solo il pigmento che può innescare una reazione ma anche i suoi prodotti di degradazione.
Le reazioni allergiche locali, a seguito di rimozione con il laser, sono state osservate prevalentemente con il pigmento rosso (presenza di mercurio), verde (presenza di cromo) e blu (presenza di cobalto).
Infine, è bene ribadire che la rimozione del tatuaggio può essere lunga e costosa e che i risultati non sono sempre quelli desiderati. I tatuaggi monocromatici e i pigmenti naturali possono essere rimossi più facilmente dei policromatici e dei pigmenti artificiali. Va sottolineato che i tatuaggi più vecchi vengono eliminati più agevolmente. Inoltre alcune sedi del corpo sono più difficili da trattare tutte le aree genitali dell’uomo e della donna, il viso, il petto e l’area di flessione degli arti in cui la pelle è estremamente delicata, il dorso delle mani o dei piedi sui quali l’asportazione del tatuaggio rischia di lasciare cicatrici permanenti.
I possibili rischi per la salute associati al tatuaggio e trucco permanente (Permanent Make Up, PMU) possono essere causati dalla contaminazione microbiologica, dalla presenza di sostanze chimiche pericolose negli inchiostri o dalle procedure stesse, quando non vengono eseguite da professionisti preparati, in adeguate condizioni igieniche e in strutture idonee.
È fondamentale che, oltre a rispettare le norme di carattere igienico sanitario e di sicurezza relative all’ambiente di lavoro, venga posta massima attenzione alle modalità di esecuzione e alla sicurezza dei materiali e dei colori utilizzati, nonché alla preparazione, all’esperienza e all’abilità del tatuatore.
Con la procedura del tatuaggio viene lesa la barriera cutanea e la ferita può anche essere soggetta a infezione, in particolare se non vengono rispettate raccomandazioni appropriate sull’igiene e l’aftercare.
L’esecuzione del tatuaggio e del trucco permanente possono dar luogo a 3 potenziali origini di infezioni. In primo luogo, i patogeni possono proliferare per vari motivi: l’inchiostro del tatuaggio può essere contaminato già nella fase di produzione o successivamente, una volta che la bottiglia è stata aperta e utilizzata senza rispettare le norme standard di asepsi. In secondo luogo, la contaminazione potrebbe verificarsi in caso di condizioni igieniche inadeguate al momento del tatuaggio o di utilizzo improprio, come l’uso dello stesso ago o contenitore d’inchiostro per clienti successivi senza una corretta sterilizzazione. I batteri residenziali possono entrare nella pelle durante la procedura di esecuzione del tatuaggio, anche in caso di disinfezione inadeguata dell’area della pelle da tatuare. In terzo luogo, durante il processo di guarigione del tessuto cutaneo lesionato dopo il tatuaggio, i soggetti tatuati spesso avvertono prurito e bruciore e, grattandosi, rischiano di inoculare i microrganismi, infettando la zona tatuata.
In generale, possono esserci complicanze infettive, non infettive, acute e croniche. Le reazioni avverse del tatuaggio possono iniziare presto, subito dopo la procedura del tatuaggio, o possono verificarsi in seguito, anche mesi e anni dopo.
Gli effetti avversi possono essere suddivisi nelle seguenti categorie:
Altri effetti che si possono riscontrare sono:
Le infezioni possono essere:
Le reazioni allergiche: i tatuaggi provocano di norma delle alterazioni della pelle che possono comportare alcune complicazioni, tra cui:
Si ricorda che l’allergia al nichel, sostanza contenuta in numerosi coloranti e prodotti, è una reazione frequente nella popolazione generale e che alcuni inchiostri possono contenere sostanze non ammesse perché in teoria tossiche o cancerogene.
I tatuaggi o il trucco permanente possono causare gonfiori o bruciature durante esami di risonanza magnetica e i pigmenti a base metallica possono invalidare immagini a scopo diagnostico, come ad esempio i raggi X.
Nell’eventualità che si verificasse uno dei casi sopra citati, è opportuno rivolgersi a un dermatologo specializzato o al proprio medico di medicina generale (Mmg).
L’utilizzo del tatuaggio artistico o del trucco permanente è un fenomeno in crescita nella popolazione generale. L’applicazione del tatuaggio richiede l’iniezione nel derma di inchiostri colorati destinati a permanere per un tempo relativamente lungo, mentre la micropigmentazione, ossia il trucco permanente o trucco semipermanente (PMU), prevede l’introduzione di pigmenti specifici nella cute, ma la differente profondità di iniezione rende limitata la loro durata.
Gli inchiostri per tatuaggi e trucco permanente sono miscele costituite da particelle di coloranti insolubili disperse in un liquido composto da leganti e solventi con additivi che migliorano le proprietà per l’applicazione del prodotto.
Le miscele per i tatuaggi non sono da intendersi cosmetici in quanto, non sono destinate ad essere applicate sulle superfici esterne del corpo umano.
I pigmenti (coloranti insolubili organici e inorganici) sono gli ingredienti principali di tali miscele.
Questi, come evidenziato da alcuni studi e pubblicazioni scientifiche internazionali, possono non essere prodotti per tale scopo e pertanto non sottoposti ad una valutazione del rischio che tenga conto dell’iniezione sottocutanea e della lunga permanenza all’interno del corpo umano.
Infatti, in considerazione della buona resistenza alla luce, i pigmenti impiegati per i tatuaggi/PMU possono essere prodotti dalle industrie chimiche per le applicazioni ad uso “outdoor” quali ad esempio in prodotti tessili, automobilistici e plastiche. Essi pertanto, potrebbero contenere:
La crescente popolarità della pratica del tatuaggio e del trucco permanente registrata negli anni e l’elevata disponibilità di prodotti reperibili on-line, sono motivo di preoccupazione per la salute pubblica circa la sicurezza di tali prodotti correlata alla presenza di sostanze potenzialmente pericolose e/o agenti microbiologici.
Una volta iniettati nella cute, gli azopigmenti possono liberare ammine aromatiche, alcune delle quali sono classificate come CMR (Cancerogene, Mutagene, tossiche per la Riproduzione) secondo il Regolamento europeo n. 1272/2008 (CLP) ponendo possibili rischi per la salute del consumatore.
Nel 2003, il Consiglio d’Europa ha pubblicato una risoluzione sui tatuaggi e trucco permanente (ResAP on tattoos and permanent make up), sostituita successivamente dalla Risoluzione del 2008 (CoE ResAP (2008), che intendeva contribuire all’armonizzazione della legislazione nel settore della salute pubblica e del consumatore stabilendo i requisiti e i criteri per la sicurezza di questi prodotti mettendo in luce la necessità di una coerente applicazione dei criteri di classificazione, etichettatura di cui al regolamento CLP, di una valutazione del rischio oltre alla conformità a misure igieniche.
La restrizione REACH dispone anche delle condizioni riguardanti l’etichetta delle miscele destinate alle pratiche di tatuaggio (obbligo per i fornitori che immettono sul mercato), le quali si integrano, laddove applicabili, a quelle disposte dal Regolamento CLP.
In etichetta devono essere indicati:
L’etichetta deve essere in italiano e, laddove opportuno, deve indicare la dicitura “contiene nichel” o la dicitura “contiene cromo (VI)”, in quanto tali metalli possono provocare reazioni allergiche.
Le informazioni in etichetta devono essere chiaramente visibili, ben leggibili e apposte in modo indelebile.
La dicitura “Miscela per tatuaggi o trucco permanente”, favorisce l’utilizzo delle miscele conformi, aiuta il tatuatore o il dermopigmentista a individuare meglio il prodotto che si desidera utilizzare, favorendone il corretto approvvigionamento e, soprattutto, responsabilizza i fornitori di sostanze usate nella formulazione di miscele per tatuaggi ad informare opportunamente la propria filiera.
Dal punto di vista del rischio biologico, rimane obbligatoria l’indicazione in etichetta della data di durata minima e della garanzia di sterilità del contenuto.
Queste risoluzioni hanno indicato chiaramente che la gestione del rischio di pigmenti utilizzati in tatuaggi e make-up permanente era ascrivibile nel contesto del Regolamento europeo n.1907/2006 (REACH) e non nel quadro legislativo dei prodotti cosmetici.
Nell’agosto del 2016 è stato avviato il lavoro di predisposizione della restrizione REACH per miscele destinate alle pratiche di tatuaggio e di trucco permanente (PMU – permanent make-up) conclusosi con l’emanazione del Regolamento (UE) 2020/2081 della Commissione del 14 dicembre 2020 in applicazione dal 4 gennaio 2022.
In particolare, il Regolamento (UE) n. 2020/2081 ha modificato il Regolamento REACH, aggiungendo la Restrizione n. 75 specifica per le miscele destinate alle pratiche di tatuaggio.
Di conseguenza, non possono essere immesse miscele per tatuaggi o usate miscele per tatuaggi non conformi alla Restrizione n. 75 del suddetto regolamento REACH. In particolare, ai sensi del Regolamento CLP:
sono vietate sostanze classificate pericolose come cancerogene, mutagene, tossiche per la riproduzione, sensibilizzanti, corrosive, irritanti per la cute o che provocano lesioni oculari gravi ovvero irritazione oculare. (ai sensi del Regolamento CLP)
vietate le sostanze che rientrano nei prodotti cosmetici ai sensi del Regolamento (CE) n. 1223/2009 (c.d. Regolamento Cosmetici; rettificato il 12 novembre 2020).
predispone un elenco di pigmenti, ammine e metalli pesanti) i cui limiti prescritti non devono essere superati. (appendice 13, Restrizione n. 75 del regolamento REACH).
Inoltre, occorre prestare attenzione alla prevalenza dei limiti laddove una sostanza è contestualmente presente in più di un raggruppamento sopra richiamato pericolosa per il CLP, reg. cosmetici, appendice 13.
Il presente codice etico, redatto al fine di definire i principi e i comportamenti che devono guidare l’attività professionale dei dermopigmentisti, si basa sui principi di professionalità, integrità, rispetto per la persona e le normative vigenti.
Esso include misure specifiche per garantire la sicurezza, contribuisce a costruire un rapporto di fiducia con i clienti e a promuovere l’immagine professionale del settore.
La sicurezza del cliente: è un aspetto fondamentale della dermopigmentazione.
Deve essere la priorità assoluta di ogni dermopigmentista.
Questo implica l’adozione di una serie di misure preventive e precauzionali in ogni fase del trattamento.
Aspetti chiave della sicurezza del cliente:
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